Cgil Cisl uil chiedono il rispetto del patto siglato con gli Stati generali del lavoro: “Su appalti e legge 6 no a scelte unilaterali che peggiorano le condizioni dei lavoratori e archiviano la concertazione”
La definizione dei vincoli occupazionali per le aziende che ricevono contributi pubblici così come le tutele per le lavoratrici e i lavoratori sugli appalti sono questioni che impattano in modo importante sulle condizioni di lavoro. Su questi temi la Giunta non può fare da sola, decidendo modifiche di non poca importanza alla vigilia delle elezioni. Sono netti Cgil Cisl Uil che rivendicano il rispetto del patto siglato con gli Stati generali del lavoro. “E’ stato condiviso tra Giunta e parti sociali che tutte le tematiche inerenti al lavoro devono essere oggetto di concertazione. Se i patti hanno ancora un valore allora vanno rispettati. Non possono valere sulla carta e non avere alcun implicazione concreta. Se non verrà avviato un confronto fattivo siamo pronti anche a impugnare tutte le prossime delibere”.
I sindacati puntano il dito contro le direttive attuative della legge 6, quelle che riguardo le procedure negoziali per la concessione di contributi pubblici alle imprese in presenza di un vincolo occupazionale. Tali procedure non possono escludere i rappresentati dei lavoratori e delle lavoratrici. “Nella prima bozza delle direttive il coinvolgimento del sindacato era sparito. Una scelta inaccettabile contro cui abbiamo protestato. Si è aperta finalmente un’interlocuzione con gli uffici provinciali, ma per quanto ci riguarda vogliamo certezze e dunque impegni scritti nero su bianco. Non lasceremo che i soldi delle tasse delle lavoratrici e dei lavoratori vengano erogati alle imprese senza alcun controllo né vincolo sociale”. I sindacati, dunque, ritengono indispensabile, come peraltro era in passato, che ogni qualvolta le procedure negoziali prevedano dei livelli occupazionali, debbano essere sottoscritte anche dai rappresentati dei lavoratori.
Altro nodo aperto è quello della legge sugli appalti, o meglio l’armonizzazione tra il nuovo codice nazionale e la normativa provinciale. Cgil Cisl Uil non ci stanno a subire come calate dall’alto scelte di Piazza Dante, che peraltro sono peggiorative rispetto al passato e alla stessa norma nazionale. I fronti aperti riguardano, in particolare, la definizione dei contratti di riferimento per i lavori in appalto e i criteri in base ai quali definire l’equivalenza tra contratto applicato e contratto di riferimento. Si tratta di criteri economici, per le retribuzioni, e di aspetti normativi, dalla malattia alla maternità, ai congedi, dalle ferie ai permessi, all’orario di lavoro solo per fare alcuni esempi, propri della contrattazione collettiva, che vanno condivisi con le parti sociali. “Chiediamo da tempo un confronto in sede tecnica per analizzare le questioni aperte e arrivare ad una soluzione. Quanto proposto ad oggi è inaccettabile perché peggiorativo dell’esistente. Non si può pensare di definire i contratti sulla base dei prezziari né sollevare da qualsiasi onere di controllo la stazione appaltante. Se così fosse tutto ricadrebbe, in peggio, sulle lavoratrici e i lavoratori che ricordiamo sono già in condizione di debolezza quando operano in appalto”.
Il tempo dell’attuale Giunta ormai volge al termine. Per i sindacati sarebbe gravissimo che si arrivasse a poche ore dalle elezioni con l’approvazione di provvedimenti importanti, privi della necessaria condivisione, che non hanno nulla dell’ordinaria amministrazione consentita nel periodo pre-elettorale.
Trento, 17 ottobre 2023